I PASSI MAGICI PER LA RICAPITOLAZIONE.

Traduzione da

Carlos Castaneda
Magical Passes
The Practical Wisdom of the Shamans of Ancient Mexico
ISBN 0-06-017584-2
HarperCollins Publishers

a cura di ASSOCIAZIONE IXTLAN

La ricapitolazione agisce su qualcosa che Don Juan chiamava corpo energetico. Spiegò formalmente che il corpo energetico è un conglomerato di campi di energia che sono l’immagine speculare dei campi di energia che formano il corpo umano, quando questo è visto direttamente come energia. Disse che nel caso degli stregoni, il corpo fisico ed il corpo energetico sono una singola unità. I passi magici per la ricapitolazione portano il corpo energetico al corpo fisico, condizione essenziale per navigare nell’ignoto.

13. Dare forma al tronco del corpo energetico

Don Juan disse che il tronco del corpo energetico viene forgiato con tre colpi effettuati con i palmi delle mani. Le mani vengono tenute all’altezza delle orecchie con i palmi rivolti in avanti, e da quella posizione colpiscono in avanti, all’altezza delle spalle, come se colpissero le spalle di un corpo ben sviluppato. Le mani poi ritornano alla posizione originale ai lati delle orecchie, con i palmi rivolti in avanti, e colpiscono la parte mediana del tronco di quel corpo immaginario all’altezza del torace. Il secondo colpo non è così largo come il primo, ed il terzo colpo è molto più stretto, poiché colpisce all’altezza della vita un tronco di forma triangolare. (fig. 152).

FIG 152

4. Schiaffeggiare il corpo energetico

Le mani sinistra e destra scendono ciascuna da sopra la testa. Il palmo di ciascuna mano viene portato verso il basso, creando una corrente di energia che definisce ciascun braccio, avambraccio, e mano del corpo energetico. La mano sinistra colpisce attraverso il corpo fino a percuotere la mano sinistra del corpo energetico (fig. 153) e poi la mano destra fa la stessa cosa: colpisce attraverso il corpo per percuotere la mano destra del corpo energetico.

  Questo passo magico definisce le braccia e gli avambracci, specialmente le mani, del corpo energetico.

FIG 153

15. Estendere il corpo energetico lateralmente

I polsi sono incrociati a formare una lettera X davanti al corpo, quasi toccandolo. I polsi sono piegati all’indietro ad un angolo di novanta gradi rispetto agli avambracci, all’altezza del plesso solare. Il polso sinistro sta sopra al destro (fig. 154). Da lì le mani si spingono ai lati contemporaneamente, con un movimento lento, come se incontrassero una tremenda resistenza (fig. 155). Quando le braccia raggiungono la loro massima apertura, vengono riportate verso il centro, con i palmi ad angolo retto rispetto agli avambracci, creando in questo modo la sensazione di spingere materia solida da entrambe i lati verso il centro del corpo. La mano sinistra incrocia sopra alla destra mentre le mani si preparano per un altro colpo.

  Mentre il corpo fisico come conglomerato di campi di energia ha dei confini estremamente ben definiti, il corpo energetico manca di questa caratteristica. Distribuire energia lateralmente dona al corpo energetico i confini precisi di cui è sprovvisto.

FIG 154
FIG 155

16. Dare solidità al nucleo del corpo energetico

Gli avambracci sono tenuti in posizione verticale all’altezza del torace, con i gomiti tenuti in dentro, vicini al corpo, alla larghezza del tronco. Le mani scattano piegando i polsi all’indietro, e poi in avanti con grande forza, senza muovere gli avambracci (fig. 156).

  Il corpo umano, come conglomerato di campi di energia, non solo ha confini estremamente ben definiti, ma anche un nucleo di luminosità compatta, che gli sciamani chiamano fascia dell’uomo, ovvero i campi di energia con i quali l’essere umano ha maggiore dimestichezza. L’idea degli sciamani è che all’interno della sfera luminosa, che è anche la totalità delle possibilità energetiche dell’essere umano, ci sono aree di energia delle quali gli esseri umani non sono assolutamente consapevoli. Sono i campi di energia posti alla distanza massima dalla fascia dell’uomo. Dare solidità al nucleo del corpo energetico significa fortificare il corpo energetico in modo che possa avventurarsi in quelle aree di energia sconosciuta.

FIG 156

17. Forgiare i talloni ed i polpacci del corpo energetico

Il piede sinistro viene tenuto davanti al corpo con il tallone alzato a metà polpaccio. La caviglia è ruotata in una posizione perpendicolare all’altra gamba. Il tallone sinistro scatta verso destra come se si desse un calcio col tallone, circa quindici-diciotto centimetri oltre lo stinco della gamba destra (figg. 157, 158).

  Lo stesso movimento viene poi eseguito con l’altra gamba.

FIG 157
FIG 158

18. Forgiare le ginocchia del corpo energetico

Questo passo magico ha due fasi. Nella prima il ginocchio sinistro è piegato e sollevato all’altezza del bacino, se possibile anche più in alto. Il peso totale del corpo è sulla gamba destra, che è leggermente flessa in avanti al ginocchio. Si fanno tre cerchi con il ginocchio sinistro, muovendolo in dentro verso il pube (fig. 159). Lo stesso movimento viene ripetuto con la gamba destra.

  Nella seconda fase di questo passo magico, i movimenti vengono ripetuti con ciascun ginocchio, ma, stavolta, le ginocchia descrivono un cerchio verso l’esterno (fig. 160).

FIG 159
FIG 160

19. Forgiare le cosce del corpo energetico

Cominciando con una esalazione, il corpo si piega leggermente sulle ginocchia e le mani scivolano verso il basso sulle cosce. Le mani si fermano quando sono sulle ginocchia, e poi vengono tirate indietro sulle cosce fino al bacino con una inalazione, come se trascinassero una sostanza solida. Ciascuna mano è leggermente contratta in forma di artiglio. Il corpo ritorna in posizione eretta mentre si esegue questa parte del movimento (fig. 161).

  Il passo viene ripetuto invertendo la respirazione, inalando mentre le ginocchia si flettono e le mani scivolano verso il basso fin sulle ginocchia, ed esalando quando vengono riportate indietro.

FIG 161

20. Riportare a galla la storia personale tramite il renderla flessibile

Questo passo magico estende i gruppi di tendini nella parte posteriore delle cosce, e li rilassa, mediante il portare ciascuna gamba, una alla volta, piegandola al ginocchio, a colpire le natiche con un leggero urto del tallone (fig. 162). Il tallone sinistro colpisce la natica sinistra, ed il tallone destro colpisce la destra.

  Gli sciamani pongono un’enfasi estrema sul rendere tesi i muscoli della parte posteriore delle cosce. Essi credono che maggiormente tesi sono tali muscoli, maggiore è la facilità del praticante ad identificare, e liberarsi di, forme comportamentali che sono inutili.

FIG 162

21. Riportare a galla la storia personale con il tallone colpendo il suolo ripetutamente

La gamba destra è posizionata ad un angolo di novanta gradi rispetto alla sinistra. Il piede sinistro viene posizionato il più lontano possibile davanti al corpo mentre il corpo sta quasi seduto sulla gamba destra. La tensione e la contrazione dei muscoli posteriori della gamba destra sono al massimo, così come lo è l’allungamento dei muscoli posteriori della gamba sinistra. La gamba sinistra picchietta il suolo ripetutamente con il tallone (fig. 163).

  Gli stessi movimenti vengono eseguiti con l’altra gamba.

FIG 163

22. Riportare a galla la storia personale col tallone al suolo tramite il mantenere tale posizione

In questo passo magico vengono eseguiti gli stessi movimenti del passo precedente, di nuovo con ciascuna gamba, ma, invece di dare colpetti col tallone, il corpo viene tenuto in tensione costante mantenendo l’allungamento della gamba (fig. 164).

FIG 164

I quattro passi magici seguenti, dato che richiedono inalazioni ed esalazioni profonde, devono venir eseguiti moderatamente.

23. Le ali della ricapitolazione

Si inala profondamente mentre entrambi gli avambracci vengono alzati all’altezza delle spalle, con le mani all’altezza delle orecchie, ed i palmi rivolti in avanti. Gli avambracci vengono tenuti verticali e paralleli tra di loro. Segue una esalazione mentre gli avambracci vengono spinti all’indietro il più possibile senza piegarli in alcuna direzione (fig. 165). Si inala di nuovo profondamente. Nella durata di una sola profonda esalazione entrambe le braccia descrivono ciascuna un’ala semicircolare, iniziando con il braccio sinistro che si muove in avanti fino ad estendersi completamente e poi di lato, descrivendo un semicerchio all’indietro estendendosi il più possibile. Il braccio fa una curva alla fine di questa estensione e ritorna davanti (fig. 166) alla sua posizione iniziale di riposo a lato del corpo (fig. 167). Quindi il braccio destro segue lo stesso schema durante la stessa esalazione. Dopo che questi movimenti sono stati eseguiti, si fa un profondo respiro addominale.

FIG 165
FIG 166
FIG 167

24. La finestra della ricapitolazione

La prima parte di questo passo magico è esattamente come la precedente; si fa un respiro profondo mentre le mani salgono all’altezza delle orecchie, con i palmi rivolti in avanti. Gli avambracci mantengono una perfetta verticalità. A ciò segue una profonda esalazione mentre le braccia vengono spinte all’indietro. Si fa una inalazione profonda mentre i gomiti vengono estesi lateralmente all’altezza delle spalle. Le mani si piegano ad un angolo di novanta gradi rispetto agli avambracci, le dita puntano in alto. Le mani vengono spinte lentamente verso il centro del corpo finché gli avambracci si incrociano. Il braccio sinistro viene tenuto più vicino al corpo ed il braccio destro viene posto davanti al sinistro. Le mani creano in questo modo ciò che Don Juan chiamava la finestra delle ricapitolazione: una apertura davanti agli occhi che sembra una piccola finestra, attraverso la quale, Don Juan affermava, un praticante può scrutare nell’infinito (fig. 168). Un profonda esalazione segue mentre il corpo si raddrizza; i gomiti si estendono lateralmente e le mani ritornano in piano, tenute alla stessa altezza dei gomiti (fig. 169).

FIG 168
FIG 169

25. I cinque respiri profondi

L’inizio di questo passo magico è esattamente come per i due precedenti. Alla seconda inalazione, le braccia scendono e si incrociano all’altezza delle ginocchia mentre il praticante adotta una posizione semi-accovacciata. Le mani vengono poste dietro le ginocchia; la mano destra afferra i tendini dietro al ginocchio sinistro, e la mano sinistra, con l’avambraccio sinistro sopra al destro, afferra i tendini dietro al ginocchio destro. L’indice ed il medio afferrano i tendini esterni in tale area ed il pollice è avvolto intorno alla parte interna del ginocchio. L’esalazione finisce a questo punto, e si fa una profonda inalazione, accompagnata da pressione sui tendini (fig. 170). Si fanno in questo modo cinque respiri.

  Questo passo magico fa stare diritta la schiena e pone la testa in allineamento con la spina dorsale, e viene usato per fare respiri profondi che riempiono tanto la parte alta quanto la più bassa dei polmoni  mediante una spinta verso il basso del diaframma.

FIG 170

26. Attingere energia dai piedi

L’inizio di questo passo magico è esattamente come l’inizio degli altri tre passi di questa serie. Alla seconda inalazione, gli avambracci scendono e si avvolgono intorno alle caviglie, passando dall’interno verso l’esterno mentre il praticante adotta una posizione accovacciata. I dorsi delle mani sono posti sulle dita dei piedi, ed in questa posizione si fanno tre profonde inalazioni e tre profonde esalazioni (fig. 171). Dopo l’ultima esalazione il corpo si raddrizza mentre si inala a fondo per concludere il passo magico.

  L’unico splendore di consapevolezza che rimane negli esseri umani è alla base delle loro sfere luminose, una frangia che si estende a formare un cerchio e raggiunge l’altezza delle dita dei piedi. Con questo passo magico, tale frangia viene toccata dalla parte posteriore delle dita, e messa in circolazione con il respiro.

FIG 171

Edizione italiana

Tensegrità
I movimenti magici che aumentano l’energia vitale
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